FIV e FELV
Il virus della leucemia felina (FELV) e il virus dell’immunodeficienza felina (FIV) sono diffusi in tutto il mondo.
Dal 2006 al 2020 vari studi hanno dimostrato che la prevalenza dell’infezione (cioè il numero di animali infetti nella popolazione felina) non è diminuito, sottolineando l’importanza di testare e vaccinare i gatti per ridurre la circolazione dei virus.
L’identificazione e l’isolamento dei gatti infetti rimane uno dei fattori più importanti per la prevenzione della trasmissione, insieme alla vaccinazione che in Italia è disponibile solo per Felv.
FELV
La Felv può essere trasmessa per via verticale (dalla madre ai cuccioli) e per via orizzontale (da gatto a gatto) tramite saliva, secrezioni nasali, latte, urine e feci.
Dopo l’esposizione al virus della Felv, l’infezione può evolvere in tre modi a seconda della carica virale, dello stato immunitario del gatto e dalla presenza di situazioni stressanti o comorbilità:
- Infezione abortiva: il gatto riesce ad eliminare il virus (forma più frequente)
- Infezione regressiva: dopo una prima fase viremica, il gatto ha una risposta immunitaria in grado di contenere la replicazione virale, ma non di eliminarla; il virus rimane nell’organismo, i titoli anticorpali sono sempre alti. Hanno un basso rischio di sviluppare patologie Felv associate (es. linfomi o mielosoppressioni). L’infezione puo’ però riattivarsi in qualsiasi momento, anche a distanza di anni, evolvendo nella forma progressiva.
- Infezione progressiva: dopo la fase di viremia transitoria, il virus raggiunge le mucose e il tessuto ghiandolare, il gatto diventa contagioso, risulta positivo ai test antigenici (periodo finestra di 30 o più giorni dall’infezione), scarsa risposta anticorpale; questa forma è la più aggressiva e porta a minori tempi di sopravvivenza per la comparsa di patologie Felv associate.
Il gatto risulta positivo al test antigenico nella fase viremica, quindi o nella prima fase e nella riattivazione della forma regressiva , o nella forma progressiva; quando è viremico è anche contagioso.
FIV
La FIV viene trasmessa per lo più attraverso le ferite da morso (contatto sangue-saliva), la trasmissione verticale è possibile ma poco comune, la trasmissione orizzontale tra gatti conviventi che non litigano è infrequente, a meno che non ci sia coinfezione con Felv.
La trasmissione sessuale è anch’essa poco frequente, anche se il liquido seminale può contenere il virus e sono possibili morsi durante l’accoppiamento.
Dopo l’esposizione al virus si ha una prima fase acuta, che spesso può passare inosservata; la fase iniziale è seguita da una fase di risposta immunitaria con produzione di anticorpi e riduzione della carica virale che porta ad una lunga fase asintomatica che può durare per anni o anche per tutta la vita.
Durante questa fase si assiste ad una progressiva disfunzione del sistema immunitario che predispone a infezioni croniche o ricorrenti e a neoplasia (5 volte più predisposti rispetto ad un gatto negativo).
I gattini al di sotto dei 6 mesi di età potrebbero risultare falsamente positivi al test anticorpale per Fiv per la presenza di anticorpi materni che possono persistere anche 6 mesi dalla nascita; in questo caso il test va ripetuto dopo i 6 mesi di età o associato ad una ricerca PCR per confermare un reale stato di infezione.
L’aspettativa di vita di un gatto Fiv positivo è molto variabile, dipende da molti fattori, ma puo’ essere anche simile a quella di un gatto sano.
Diagnosi:
Secondo l’ American Association of Feline Practitioner, ogni gatto andrebbe testato per FIV/Felv
- All’adozione , il prima possibile
- Dopo un contatto con un soggetto positivo o con un soggetto di cui non si conosce lo stato
- Prima della vaccinazione contro Felv
- Ogni volta che lo stato di salute faccia sospettare la presenza del virus.
I test ambulatoriali hanno un periodo finestra di circa 30 giorni per Felv e di 60 giorni per FIV, quindi esiste la possibilità di avere falsi negativi se il test viene effettuato in questa fase.
Non è possibile stabilire lo stato di infezione di un gatto basandosi su un unico test, spesso è necessario ripeterlo in tempi diversi o cambiare tipo di test.
Prevenzione:
Si raccomanda di vaccinare contro Felv :
- tutti i gatti sotto l’anno di età (i gatti giovani sono più suscettibili al virus e più a rischio di sviluppare le forme progressive)
- tutti i gatti sopra l’anno di età esposti al rischio di infezione (accesso all’esterno, convivenza con gatti non testati)
La vaccinazione per Fiv non é disponibile in Italia; nei Paesi in cui è disponibile è ancora dibattuto il suo utilizzo.
Il confinamento in casa dei positivi rimane uno dei mezzi più importanti per prevenire la diffusione del virus, inoltre l’accesso all’ambiente esterno esporrebbe questi pazienti, spesso immunodepressi , a un maggior rischio di infezioni.
I gatti negativi che convivono con gatti positivi vanno separati e vaccinati.
È consigliata la sterilizzazione dei soggetti infetti per possibile trasmissione del virus alla prole (soprattutto per Felv) e per ridurre i comportamenti che aumentano il rischio di infezione (es. combattimenti con morsi).
Gestione dei gatti positivi:
I gatti positivi possono avere una buona qualità di vita , soprattutto per Fiv.
Vanno confinati in casa, non solo per evitare la trasmissione ad altri gatti, ma per ridurre il rischio di contrarre nuove malattie e ridurre il rischio di traumi.
I gatti che mal sopportano il confinamento in casa, possono essere mantenuti anche in giardino se dotato di recinto sicuro.
È importante evitare il sovraffollamento di gatti perché induce stress e maggior probabilità di contrarre altre malattie; studi hanno dimostrato un maggior tempo di sopravvivenza nei gatti positivi che vivono da soli.
È importante che i gatti positivi assumano alimenti di buona qualità , adatti all’età del soggetto, evitando carne cruda e latticini, tenendo sotto controllo il peso e la massa muscolare.
Dovrebbero fare visite cliniche periodiche con esami di laboratorio ogni 6-12 mesi, soprattutto per controllare eventuale presenza di anemia, leucopenia e/o infezioni delle vie urinarie.
Dovrebbero fare trattamenti antiparassitari periodici(compresa filaria).
Se in buono stato clinico, i gatti positivi andrebbero vaccinati per le altre malattie.
È fortemente consigliata la sterilizzazione dei gatti positivi per evitare comportamenti che potrebbero aumentare il rischio di circolazione del virus.
A cura della Dott.ssa Elena zubani
Fonte: 2020 AAFP Feline Retrovirus: Testing and management guidelines